Tornava a casa, percorreva quella strada che aveva calpestato un
migliaio di volte, ma quella sera era come se stesse camminando su un’altra
strada che non conosceva, in un’altra città che non aveva visto mai, in un
altro pianeta di un’altra galassia che probabilmente non esisteva nemmeno. Era
come se fosse caduto in una boccia di vetro piena d’acqua e guardando fuori
vedeva tutto ciò che lo circondava sfuocato, indefinito, come se il cielo fosse
diventato di cemento e la strada fosse fatta dell’aria densa e scura della
notte.
Ma perché le strade erano di cemento nero? Non potevano essere blu, o
gialle?
Il cielo e la strada si confondevano, sembravano fatte dello stesso
materiale.
Quanto è alta la notte?
Non riusciva a capire, la vita era tutta lì?
Non aveva voglia di tornare a casa, avrebbe voluto camminare, perso per
quelle strade che conosceva da una vita, o sedersi e guardare il tempo passare,
come se fosse un fiume placido e scuro.
G.R.
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