sabato 17 maggio 2014

Il racconto di un ragazzo che non c'è più. #9

9.

Quelle giornate bollenti in riva al mare sembravano dormire cullate dal lento movimento delle onde del mare che si estendeva immenso abbracciando quel cielo limpido. Un pomeriggio alla fine della prima settimana di vacanza, mentre lui accese l’ultima sigaretta del suo pacchetto di Lucky Strike rosse, gli arrivò un messaggio: “Ciao come stai?”, era Amelie, la ragazza di Stefano, quel messaggio lo lasciò stranito, confuso, ma poi incuriosito rispose: “Bene dai, tu?”.

Erano le cinque, al sicuro dal caldo di quella giornata lui se ne stava steso sul divano a sorridere davanti al piccolo schermo del suo cellulare, interrotto solo dal lieve e frenetico rumore dei tasti che premeva per comporre battute banali e frasi sgangherate. Aveva visto Amelie un paio di pomeriggi, quando Stefano l’aveva invitato al parco con loro e delle amiche di lei, a prima vista era rimasto abbagliato dagli occhi di quella ragazza, che al ritmo del chiudersi delle sue palpebre facevano intravedere sfumature incredibili, protette e rese indelebili da quelle ciglia nere che sembravano proteggere lo straordinario colore degli iridi di Amelie.

Passò in fretta il tempo scandito dalla vibrazione del cellulare e da quella piccola sensazione di attesa che si creava in lui ogni volta che risposto ad un messaggio non sapeva se lei  avrebbe fatto lo stesso. Parlarono di molte cose e in un modo semplice, quasi come si conoscessero da sempre, celato sotto quelle parole digitali c’era nascosto un filo di ironia mischiato ad un velo di curiosità reciproca. Amelie disse che sapeva che lui scriveva e che aveva letto qualcosa di suo mandatole da Stefano, anche se gli aveva detto di tenerselo per lei, perché sapeva che nessuno oltre lui ed Elisa avevano letto qualcosa. Inizialmente a lui aveva dato fastidio che Amelie avesse letto le sue poesie, si vergognava un po’ perché quelle quattro parole messe insieme che erano il sunto di lui, avendole lette si sentiva nudo di fronte a lei.

“Sei davvero bravissimo, dovresti renderle pubbliche, o fare qualche concorso, o..non so, ma non dovresti tenerle così nascoste.”, lui si stupì molto a leggere questo messaggio, forse un po’ perché non aveva mai sentito opinioni al di fuori di quelle di Elisa e Stefano, o forse perché quella piccola parte di narcisismo che ancora risiedeva in lui ne godeva di quei complimenti. Arrivata la sera e non sapendo più cosa dire, lui la salutò ringraziandola di avergli scritto e con un sincero “Ci sentiamo.”. Rimase tutta la notte a ripensare a quel pomeriggio, e a quei messaggi insignificanti ma che a lui avevano lasciato un sorriso stampato in faccia. Gli piaceva parlare con Amelie e non fu l’ultima volta che la sentì, dopo qualche giorno le scrisse, e dopo qualche giorno ancora gli scrisse lei, ormai sembrava che quell’amicizia costruita dietro ad un cellulare crescesse in fretta.

Stefano ed Elisa invece non li sentì proprio quelle due settimane e ne sentì la mancanza, ma un po’ per orgoglio un po’ per vedere se lo avrebbero fatto loro non gli scrisse, e neanche loro lo fecero.



G.R. 

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